Luogo: Napoli, Italia
Anno: 2008
Categoria: architettura
Tipo: uso misto
Cliente: n/a
Stato: concept
Area: 5’000 mq
Progettazione: Mario Coppola
Tesi di laurea: Centro Culturale Arenaccia. Un esperimento di naturalizzazione della corte napoletana
I diversi modificatori della fase di morphing hanno generato la forma finale dell’edificio: i tracciati spaziali preesistenti ne hanno conformato il volume, facendone una “maglia” del tessuto a cui appartiene (la cui presenza rende continui i tracciati preesistenti), il fabbisogno di luce naturale ha generato lo svuotamento della corte interna (divenendo fulcro spaziale dell’edificio), la necessità dell’energia prodotta con il fotovoltaico ha inclinato la copertura e l’erosione dovuta ai flussi pedonali ha generato lo sbalzo perimetrale (la cui funzione protettiva è molto simile a quella dei porticati classici) e le aperture verso l’esterno, in corrispondenza degli incroci stradali, punti di massima affluenza pedonale.
Tale erosione, che costituisce la connessione diretta tra lo spazio urbano e quello architettonico, è proporzionata alla gerarchia degli assi stradali che lambiscono l’edificio, per questo motivo l’angolo principale, tra via Arenaccia e via Lahalle (i due tracciati principali), è maggiormente eroso, generando un varco più significativo degli altri (sebbene da un punto di vista funzionale i 4 varchi non hanno differenze): in questo modo il volume architettonico risente delle caratteristiche proprie del contesto e le amplifica, rispettandole e dialogandoci.
Multidirezionalità urbana: i quattro “basamenti”, e quindi i 4 ingressi alla corte, rendono l’edificio permeabile ai flussi pedonali della zona negli incroci, punti di massima affluenza. In questo modo lo spazio interno dell’edificio è organicamente connesso a quello esterno, urbano, e tale connessione avviene secondo 4 direzioni diverse e interdipendenti, in armonia con il tessuto preesistente.